Continua a tremare la terra in Marocco. L’ultima scossa è di oggi, 5 ottobre.
Oltre 3.000 le vittime e circa 30.000 i feriti. Ci sono persone che hanno perso tutto. Ci sono persone molto traumatizzate che necessitano non solo di tutto, ma anche di un sostegno psicologico e spirituale. Il cibo non manca. Ma le persone hanno perso la casa e vivono nelle tende tipiche della popolazione nomade marocchine. Vivono in difficoltà, senza riuscire ancora a capire quanto tempo questo durerà perché non c’è una soluzione facile e rapida. Serviranno 2 o 3 anni per uscire dall’emergenza, per riparare, per ricostruire le scuole, le moschee, i presidi sanitari, le abitazioni per ogni famiglia.
Il cardinale Cristóbal López Romero, che è anche presidente di Caritas Marocco, fa il punto della situazione.
Ho potuto constatare in queste settimane che c’è stata una grande solidarietà verso il mio popolo. Il mio appello però è anche un altro ed è quello a diventare tutti solidali. Essere solidali più che fare solidarietà. Essere caritativi più che fare la carità. Facciamo in modo che questa tragedia trasformi la nostra vita, convertendoci tutti ad uno stile di vita che sia solidale e che questa solidarietà sia permanente. I bisogni sono molti, non soltanto in questo momento e in questo luogo. Sono tanti anche in Italia. Accanto a voi, ci sono dei poveri e tante persone che sono in pericolo e nel bisogno di aiuto. Occorre diventare tutti persone solidali.

IL SOS MISSIONARIO CONTINUA LA RACCOLTA FONDI A SOSTEGNO DELLE INIZIATIVE PER LE VITTIME DEL TERREMOTO REALIZZATE DALLA CARITAS MAROCCHINA


“Continuiamo a vivere in circostanze  estremamente difficili , a causa delle “conseguenze” del terremoto del 6 febbraio scorso che  persistono ancora, colpendo persone di tutte le età  tanto a livello  psicologico  che  materiale”

A lanciare un drammatico grido di allarme sulla situazione in quella che, prima della guerra, era la capitale economica e commerciale della Siria è p. Bahjat Karakach, parroco della chiesa di san Francesco d’Assisi ad Aleppo. Il sacerdote racconta di una  atmosfera prevalente  che è segnata  dalla frustrazione  e dalla  morsa inquietante della paura , in un quadro generale caratterizzato dal conflitto e dalle sanzioni internazionali che hanno fatto esplodere la bomba della povertà,
Garantire le necessità di base della vita quotidiana è diventata una prova quasi insormontabile acuita dalla straziante ondata di inflazione in atto dal 15 agosto scorso. Ad Aleppo si registrano aumenti nei prezzi di beni essenziali come cibo, medicine e forniture per neonati e anziani, compresi i pannolini dell’80-90% mentre quelli del carburante sono aliti alle stelle di un allarmante 130%”.
“Persistiamo nei nostri sforzi, credendo che le nostre azioni possano essere un’ancora di salvezza per le nostre famiglie in mezzo all’oscurità prevalente. Abbiamo fiducia nell’opera miracolosa di Cristo, resa possibile dagli aiuti e dall’amore che giungono dai cristiani nel mondo, che è segno di un amore incrollabile e di sostegno e assistenza costante che permette di perseverare nella missione di servire i nostri fratelli con gioia e amore”.

A SOSTEGNO DELLE INIZIATIVE PER LE VITTIME DEL TERREMOTO IN SIRIA IL SOS MISSIONARIO CONTINUA LA RACCOLTA FONDI PER SUPPORTARE IL PREZIOSO LAVORO DEI FRANCESCANI DI ALEPPO.