Ovunque puntiamo il dito sul mappamondo c’è una catastrofe climatica in corso.
L’Europa sta vivendo quella che è stata già definita l’alluvione del secolo. Le piogge torrenziali in Olanda, Belgio, Germania e ora Austria hanno causato centinaia di morti e dispersi. Interi paesi spazzati via dalla marea di fango.
La Grecia, invece, è stretta nella morsa del caldo e degli incendi, le fiamme avanzano nel Peloponneso: aumenta il bilancio dei feriti, Decine di case sono state distrutte e 5 centri abitati sono stati evacuati.
Così come il Sud Italia, anche i Balcani sono stretti nella morsa del caldo africano, che in Grecia sta portando temperature roventi
L’America settentrionale ha fatto segnare temperature superiori ai 50 gradi in Canada, che hanno provocato la morte di migliaia di animali.
Dopo un 2020 estremamente secco e un’ondata di calore primaverile, gli Stati occidentali d’America sono tornati a bruciare. Due degli incendi, divampati in California settentrionale, hanno distrutto oltre 100mia ettari di bosco.
Poco più di un mese fa il lago Mead, il più grande bacino idrico artificiale degli Stati Uniti, ha raggiunto il livello dell’acqua più basso di sempre e il governatore dello Utah ha invitato i suoi elettori a «pregare per la pioggia”.
Ma non è solo il sud-ovest a patire. Le condizioni calde e secche hanno coinvolto nell’ultimo anno anche il nord-ovest pacifico così come gli Stati dell’Oregon e Washington: per questo, la caratteristica più sorprendente dell’attuale siccità è probabilmente la sua diffusione geografica.
L’America latina fa i conti con quella foresta amazzonica sempre meno polmone verde del Pianeta, dopo che uno studio ha rilevato che a causa degli incendi e della deforestazione massiva in corso la quantità di anidride carbonica rilasciata dalla foresta è maggiore di quella assorbita.
Il Brasile sta affrontando il clima più freddo degli ultimi 25 anni. All’inizio di quest’anno, il Paese era già stato colpito da una siccità che ha ridotto la produzione di caffè. Ora le forti gelate stanno danneggiando anche gli altri raccolti.
La scorsa settimana le temperature in molte regioni sono scese sotto i 0 gradi. I danni al caffè e ad alcuni aranceti sono stati “molto significativi”: a rischio circa il 60% del raccolto.
L’Asia è alle prese con gli incendi che stanno mettendo in ginocchio il nord siberiano, con un milione di ettari di bosco distrutti in poco tempo.
Mostrando un’affinità sempre più forte con papa Francesco, prima in materia di dialogo interreligioso e oggi sull’ambiente, il grande imam di al-Azhar Ahmed al-Tayeb invoca “azioni serie” per contrastare gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici. Il monito lanciato da una delle più autorevoli personalità dell’islam sunnita è legata alle molte notizie allarmanti che arrivano dalla regione, dalle proteste contro la crisi idrica in Iran alle devastanti alluvioni e gli incendi che hanno colpito in questi giorni la Turchia, passando per l’ondata di calore torrido in Iraq.
In un messaggio rilanciato su Twitter l’imam di al-Azhar sottolinea che “le recenti alluvioni e l’aumento record delle temperature in tutto il mondo”, causa di “centinaia di morti e sfollati”, rafforzano la “necessità di un’azione seria per combattere il cambiamento climatico”. Il leader islamico parla di “innegabile minaccia” in una regione fra le più colpite dalla crisi. Nei giorni scorsi in Turchia si sono registrati diversi morti e centinaia di sfollati a causa di devastanti alluvioni. A Baghdad, capitale dell’Iraq, le temperature hanno toccato i 51,7 gradi; ad aggravare gli effetti dell’ondata di calore le frequenti interruzioni di energia elettrica, che ostacolano l’alimentazione dei sistemi di raffreddamento.
A causa delle piogge monsoniche, 11 persone sono morte nell’India orientale portando il bilancio a oltre 230 morti. Le precipitazioni torrenziali hanno spazzato via le case e causato frane, principalmente nello stato del Bengala occidentale. Nel vicino stato del Jharkhand si sono registrate inondazioni diffuse e danni, dopo 5 giorni di forti piogge. Lo stato occidentale del Maharashtra è stato colpito a luglio da forte maltempo e frane che hanno generato fiumi di fango abbattutisi sui villaggi, mietendo almeno 200 vittime. Anche gli stati dell’Himachal Pradesh e dell’Uttarakhand sono stati gravemente colpiti. Sette persone sono morte a causa di una frana nell’Himachal Pradesh questa settimana, e altre 7 sono morte nel villaggio di Honzar, nella parte indiana del Kashmir.
L’Africa è tormentata da eventi climatici estremi, come la siccità del Madagascar che è stata definita la peggiore degli ultimi decenni e che sta facendo sprofondare milioni di persone in povertà.
L’Africa è responsabile solo del 3,8% dei gas serra, ma è il continente che soffre maggiormente gli effetti della crisi climatica. I Paesi della fascia saheliana e dell’Africa Occidentale sono tra i più esposti, dovendo fronteggiare fenomeni come la desertificazione, l’erosione delle coste e la salinizzazione delle fonti d’acqua dolce. Il tutto unito con un tasso di crescita della popolazione mediamente elevato.
Stando ad un rapporto della Banca Mondiale, tra 200 e 250 milioni di persone nel mondo saranno costrette ad abbandonare la propria casa per motivi climatici entro trent’anni
Questi sono alcuni degli effetti della crisi climatica che sta già producendo eventi meteorologici estremi – ondate di calore, alluvioni, tornado…- e che diventeranno sempre più frequenti, oltre che violenti.
Se non tagliamo subito le emissioni di gas serra, queste devastanti tempeste arriveranno ad essere fino a 14 volte più frequenti entro la fine del secolo.