“Quest’anno la nostra preghiera è diventata un “grido”, perché oggi la pace è gravemente violata, ferita, calpestata”. Sono parole pronunciate da papa Francesco a Roma, al Colosseo, nell’incontro di preghiera con i leader cristiani e delle religioni mondiali, lo scorso martedì 25 ottobre 2022. E ha continuato: “Abbiamo sentito il grido della pace: la pace soffocata in tante regioni del mondo, umiliata da troppe violenze, negata perfino ai bambini e agli anziani, cui non sono risparmiate le terribili asprezze della guerra. Il grido della pace viene spesso zittito, oltre che dalla retorica bellica, anche dall’indifferenza. È tacitato dall’odio che cresce mentre ci si combatte”.

Diciamo subito che non è possibile essere neutrali di fronte alla pace, perché la si deve scegliere e basta e perché le armi chiamano altre armi, come ha detto Gesù a Pietro, che al momento della cattura nel Getsemani aveva estratto una spada e colpito un tale all’orecchio: “Rimetti la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno” (Mt. 26,52).

La violenza, la guerra, i conflitti lasciano il mondo in uno stato peggiore di come era prima e la storia dimostra che le conseguenze che ne derivano navigano in un oceano di inaudito dolore e lacrime. Le armi non possono far altro che acutizzare i problemi e avere gravi conseguenze per i popoli.

Io spesso mi chiedo: ma non conviene all’uomo usare la stessa meticolosa cura che pone nel riarmo per metterla nella ricerca di vie di dialogo e di accordo?

Non si può ignorare che spesso vi sono colpe evidenti da parte dell’aggressore, ma anche in questo caso deve prevalere sempre il primato della ragione.

Sono 56 anni che la Chiesa dedica il primo giorno dell’anno alla riflessione sulla pace, come a dire: “Diamo un tocco di pace a tutto l’anno e il tema della pace non sia il dovere obbligato di una sola giornata ma l’atteggiamento fondante, spirituale e culturale di tutto il nostro vivere quotidiano”.

Ce la faremo? Ci dia una mano Cristo, il principe della pace.

Don Vincenzo Catani